
“Diverse volte sono intervenuto per le strutture sportive del Comune di Licata, in particolare per il palazzetto dello sport e per gli stadi comunali”. Sono le parole del deputato Carmelo Pullara. “Per il primo, – prosegue il deputato – l’amministrazione comunale con supponenza ha deciso di non fruire di un finanziamento regionale da me previsto e per seguire strade diverse e autonome quasi per dispetto nei mie confronti”.
“Ad oggi – continua -, il palazzetto non è fruibile, il dispetto lo si è fatto a Carmelo Pullara o alla gioventù licatese, ovvero ancora alle società e associazioni sportive di Licata? Sullo stadio l’atteggiamento dispettoso e infantile, al limite della decenza è ancora più evidente. Sarei colpevole di avere chiesto a un imprenditore, che lo ha fatto, di sostenere il Licata calcio. E insieme al patron Massimino sarei colpevole per l’indicazione dello stesso sponsor di due licatesi all’interno della compagine societaria”.
“Tutto questo – aggiunge il deputato – che poteva essere una sensazione personale, viene appalesato in una trasmissione calcistica dal giornalista conduttore e da quello ospite e da lì, il dispetto di avere interrotto il procedimento di affidamento degli impianti sportivi calcistici alla società del Licata calcio. Ma è mai possibile questo atteggiamento?! È possibile la gestione del comune di Licata come se fosse una gestione di una cosa propria piuttosto che di quella di tutti i licatesi?! Ma è mai possibile che un sindaco eletto con la sua maggioranza, eletto grazie allo slogan ‘La regione in comune’, interrompa tale progetto senza sentirsi moralmente in dovere di dimettersi immediatamente e riconsegnare la parola agli elettori?”.
“Il Sindaco Galanti – conclude Pullara – lasci perdere i dispetti e proceda immediatamente con l’affidamento secondo legge degli impianti sportivi non avendo sulla coscienza anche la distruzione, oltre che dell’ente comune e del paese stesso, del calcio a Licata, sentito tra l’altro il grido di allarme lanciato dal patron Massimino che in mancanza delle condizioni non potrà continuare l’avventura. Fatto ciò non ci faccia un dispetto, ma un piacere: vada a casa! Lei, la sua giunta e la sua maggioranza”.