Durante l’operazione di polizia del Kosovo erano presenti nelle vicinanze anche forze di pace della NATO e membri della missione di polizia dell’Unione europea. Decine di residenti di città a maggioranza serba nel nord del Kosovo hanno protestato dopo l’arresto di un direttore di banca.
Lunedì, oltre alle cinque filiali della Banca Pocztowy, sono rimasti chiusi anche gli uffici di rappresentanza del Ministero delle finanze serbo e della Banca nazionale della Serbia.
Azione intrapresa dalla polizia del Kosovo. Arrestato il direttore di una banca serba
La polizia ha affermato che la misura è stata attuata sulla base dei rapporti degli istituti di controllo finanziario delle autorità del Kosovo. Nel comunicato si aggiunge: “Lo scopo delle azioni della polizia è ripristinare l’ordine e il rispetto della legge”.
Questa misura è arrivata una settimana dopo che la Banca centrale del Kosovo ha annunciato il divieto di utilizzare il dinaro serbo per i pagamenti. I lavoratori delle istituzioni serbe in Kosovo ricevevano i salari da Belgrado in questa valuta.
Il dinaro è stato utilizzato, tra gli altri, da: le banche serbe in Kosovo e le filiali delle Poste serbe che operano lì. Anche le pensioni, le pensioni, gli assegni familiari e le prestazioni sociali trasferite attraverso il sistema di sicurezza sociale serbo sono state pagate in valuta serba.
La Serbia risponde alle azioni del Kosovo
Il primo ministro serbo Miloš Vucevic ha descritto lunedì l’azione della polizia del Kosovo come un “atto barbaro che minaccia direttamente la sopravvivenza della nazione serba” in Kosovo.
Il ministro dell’Interno serbo Ivica Dačić ha accusato il primo ministro del Kosovo Albin Kurti di praticare il “terrorismo contro il popolo serbo” in Kosovo. Ha aggiunto che le sue azioni “porteranno a nuovi conflitti nei Balcani con conseguenze inimmaginabili”.
La Serbia ha perso il controllo del Kosovo dopo la campagna militare lanciata dalla NATO nel 1999, e rifiuta di riconoscere l’indipendenza del suo ex territorio, dichiarata nel 2008. Il paese è ancora abitato dalla minoranza serba, parte della quale è concentrata nel nord regioni vicine al confine con la Serbia.