La sonda Voyager 1 ha raggiunto i confini del sistema solare. Sorsero seri problemi

La sonda americana Voyager 1 ha raggiunto la distanza più lontana tra tutti gli oggetti realizzati dall'uomo. Ha da tempo attraversato il confine dell'eliosfera, cioè lo strato limite tra la zona di influenza del vento solare prevalente (eliosfera) e lo spazio interstellare. Attualmente si trova a 24 miliardi di chilometri dalla Terra, ovvero circa 163 volte più lontano di quanto la Terra sia dal Sole.

Nel corso dei suoi lunghi anni di viaggio, a partire dal suo lancio dalla Terra nel 1977, ha trasmesso preziosi dati scientifici. Ci sono stati problemi con il suo funzionamento, ma sono stati fatti dei tentativi per affrontarli. Alla fine del 2023 è emerso un nuovo problema relativo ai dati secondo cui la sonda trasmette radiazioni alla Terra. Invece di trasmettere dati scientifici al sistema di controllo di volo in forma binaria (una serie di 0 e 1), ha iniziato a ripetere lo stesso schema di 0 e 1 ancora e ancora, come se fosse bloccato.

NASA: il problema della Voyager 1 continua

È stato stabilito che il problema era legato a tre computer di bordo che trasportavano il cosiddetto Flight Data System (FDS). La sonda riceve comandi dalla Terra e li esegue correttamente, ma il sistema FDS non comunica correttamente con un altro sottosistema, chiamato Telemetry Modulation Unit (TMU).

I compiti del sistema FDS comprendono la raccolta dei dati dagli strumenti scientifici e lo stato della sonda. Li raccoglie in pacchi e li invia sulla Terra tramite il sistema TMU.

È stato effettuato un tentativo di dire alla sonda di ripristinare il computer, ma ciò non ha risolto il problema. Diversi mesi dopo che si è verificato l'errore, il problema non è stato ancora risolto. Da allora non sono stati ricevuti dati scientifici dalla Voyager 1. I tentativi di riportare la sonda al corretto funzionamento sono stati ostacolati dal fatto che qualsiasi comando dalla Terra impiega più di 22 ore per raggiungere la Voyager 1.

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La Voyager 1 raggiungerà la Nube di Oort tra poche centinaia di anni

La sonda è alimentata da un generatore termoelettrico basato su radioisotopi e tutti i suoi strumenti scientifici saranno probabilmente smantellati entro pochi anni. Ciò potrebbe accadere intorno al 2025. A sua volta, dovrebbe rimanere nel raggio d’azione delle antenne del Deep Space Network, che la NASA utilizza per comunicare con le sue sonde spaziali, fino al 2036.

Forse entro qualche centinaio di anni la sonda raggiungerà l’ipotetica Nube di Oort. Non prende di mira nessuna stella specifica, ma si prevede che nell'anno 40272 (cioè tra 38mila anni da oggi) la sonda supererà la stella AC+79 3888 nella costellazione dell'Orsa Minore a una distanza di 1,7 anni luce.

Fonte: Radio ZET/PAP

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