Sabato mattina davanti all’ambasciata israeliana a Belgrado è stato colpito con una balestra un agente della polizia serba che collabora alla sicurezza permanente dell’impianto. Per difendersi, il poliziotto ha sparato all’aggressore, che è morto per le ferite riportate.
L’agente ferito al collo è stato portato in ospedale, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Le sue condizioni sono stabili. Il presidente Aleksandar Vucic ha visitato il ferito e ha annunciato che gli sarebbe stato onorato dopo la sua dimissione dall’ospedale.
Il capo del Ministero degli Interni serbo ha dichiarato che l’attacco è ufficialmente considerato terroristico. L’aggressore, il cui nome è Miloš Šojovic, si è trasferito dopo essersi convertito all’Islam nella città di Novi Pazar, situata a Sanjak, nel sud della Serbia, dove la maggioranza della popolazione – secondo il censimento del 2011 – è bosniaca.
Le misure di sicurezza sono state rafforzate nella Republika Srpska in Bosnia ed Erzegovina
In città è attualmente in corso un’operazione di polizia per perquisire gli edifici che potrebbero essere collegati all’attacco. Le misure di sicurezza sono state rafforzate anche nella Republika Srpska, una parte autonoma della Bosnia ed Erzegovina.
Il presidente Vučić ha annunciato che Šujović apparteneva ad un gruppo noto alle autorità di sicurezza, che era sotto sorveglianza perché sospettato di avere “legami con il terrorismo”. Vucic ha aggiunto: “Stiamo cercando persone legate all’attentato. Conosciamo almeno una persona che condivide le opinioni dell’aggressore ed è ancora presente sul territorio serbo”.
La comunità islamica in Serbia “condanna fermamente l’aggressione al poliziotto serbo”. Il capo della comunità, Senad Halitović, ha dichiarato in una nota: “L’Islam proibisce severamente la violenza contro chiunque, e la vita dal punto di vista islamico rappresenta una sacralità speciale che siamo tutti obbligati a proteggere e che non possiamo minacciare in alcun modo”.