Non vogliamo che le nostre armi vengano utilizzate al di fuori dell’Ucraina

L’Italia non invierà un solo soldato in Ucraina e non vuole che le armi trasferite nel Paese vengano utilizzate al di fuori dei suoi confini, ha detto il vice primo ministro e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Si è quindi opposto all’uso di armi inviate all’Ucraina per attacchi in Russia. “Non siamo in guerra con la Russia”, ha aggiunto.

“La posizione dell’Italia è molto chiara. Non manderemo un solo soldato italiano a combattere in Ucraina. Non vogliamo che le armi che inviamo siano usate fuori dall’Ucraina”, ha detto giovedì Tajani in un’intervista alla televisione RAI.

“Questo è nell’accordo che abbiamo stipulato (con l’Ucraina – PAP). La nostra Costituzione vieta di fare la guerra con un altro paese. Noi non siamo in guerra con la Russia. Difendere l’Ucraina dall’invasione è un’altra cosa”, ha sottolineato il ministro degli Esteri.

Mercoledì il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha insistito sul fatto che “rafforzare le difese di Kiev è meglio che attaccare la Russia”. Nel corso di un forum organizzato dal “Corriere della Sera”, ha risposto ad una domanda sulla possibilità che l’esercito ucraino attacchi le posizioni delle forze russe in Russia, da cui sparano contro l’Ucraina.

“Credo che non sia necessario. È meglio rafforzare gli efficaci sistemi di difesa aerea dell’Ucraina senza il rischio che vadano fuori controllo”, ha spiegato il capo del governo.

Nelle ultime ore, il Canada ha consentito all’Ucraina di utilizzare armi modificate per lanciare attacchi lungo il confine russo. L’annuncio è stato dato mercoledì dalla ministra degli Esteri Melanie Jolie.

Silvia Vysocca di Roma

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