Gli obiettivi degli annunci Facebook filo-russi sono attualmente l’Italia e la Polonia

Secondo i ricercatori dei gruppi no-profit AI Forensics e CheckFirst, a maggio circa 275 post sponsorizzati con contenuti anti-ucraini e anti-UE hanno raggiunto più di 3 milioni di utenti Facebook in Francia, Germania, Italia e Polonia, dice il portale. Un mese fa la Commissione europea ha aperto un’indagine sull’inchiesta. “Gli annunci illegali che violano le regole della piattaforma sono un campanello d’allarme sia per Meta che per i regolatori affinché applichino più da vicino le normative esistenti”, ha affermato Amuri Lesbilingard, co-fondatore della ONG CheckFirst.

I ricercatori hanno trovato centinaia di account falsi in grado di acquistare annunci su Meta per promuovere i propri messaggi in diversi importanti paesi europei. “L’Ucraina non ha posto nell’UE”, recitano cinque annunci simili. Sono stati inviati annunci agli utenti polacchi del sito: “Siamo tutti abituati alle continue segnalazioni di furti in Ucraina, ma a volte siamo sorpresi dalla natura cinica dei ladri ucraini”.

Annunci simili in italiano, pubblicati da nove diversi account falsi, che mostravano la stessa foto (datata 2014) di una fila di persone in cerca di lavoro a Madrid nel 2014, recitavano: “Ci stanno togliendo il futuro (…) Stanno spendendo miliardi di i nostri soldi per la guerra di qualcun altro in Ucraina, sacrificando il nostro futuro per questo.” Lo fanno”, si legge nella didascalia.

In oltre il 65% dei 16 paesi dell’UE, le inserzioni relative a questioni politiche e sociali non sono state segnalate su Facebook e Meta è stata rimossa in meno del 5%. Questi annunci, dicono i ricercatori. Gli acquirenti di annunci politici su Meta devono mostrare un’identificazione ufficiale e non possono promuovere i propri messaggi al di fuori del proprio Paese di residenza, un processo più restrittivo rispetto agli inserzionisti di post commerciali a pagamento.

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Meta ha messo in dubbio la definizione di pubblicità politica e le scoperte dei ricercatori, che non includevano annunci la cui pubblicazione era stata bloccata.

Il portavoce della Commissione Thomas Regnier ha affermato che la commissione sta attualmente esaminando i nuovi risultati del rapporto forense sull’intelligenza artificiale. Ha rifiutato di commentare i procedimenti in corso contro Meta, comprese le possibili misure provvisorie (PAP).

os/kar/

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