Una scoperta importante sulla Luna. Gli scienziati non hanno più alcun dubbio

I dati raccolti durante la missione spaziale indiana Chandrayaan-3 hanno permesso agli scienziati di rilevare la presenza di un oceano di roccia liquida fusa al polo sud della Luna. Per cosa è conosciuto?

La missione Chandrayaan-3, atterrata sul polo sud della Luna nell’agosto 2023, ha scoperto i resti di un oceano di roccia fusa. Questa è la prima missione a raggiungere questa regione, che nessun veicolo spaziale ha mai visitato prima. L’India ha inviato la sonda Chandrayaan-3 sulla Luna il 14 luglio 2023. L’obiettivo principale di questa missione era posizionare un lander e un lander Pragyan a energia solare sul polo sud della Luna.

La luna è piena di segreti

Scoperte effettuate dall’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Bharatiya Antariksh Anusandhan Sangatin – ISRO) Ciò conferma la teoria secondo cui la superficie della Luna si è formata dal magma circa 4,5 miliardi di anni fa. Gli scienziati ritengono che quando la Luna si formò e iniziò a raffreddarsi, sciolse l’anortosite, una roccia ignea contenente circa il 90% di plagioclasio, minerali del gruppo dei feldspati, che sono più comuni nella crosta terrestre.

Gli scienziati hanno trovato prove di anortosite al polo sud della Luna nei dati ottenuti dalla navicella spaziale Pragian. I risultati della loro ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature. In precedenza, tracce di oceani di magma erano state scoperte vicino all’equatore lunare come parte del programma americano Apollo, durato dal 1966 al 1972.

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Missione indiana sulla Luna

La navicella spaziale Pragyan, che prende il nome dalla parola sanscrita che significa “saggezza”, ha viaggiato sulla superficie lunare per 10 giorni. È stato trasportato sulla Luna dal lander Vikram, dal nome del fisico e astronomo indiano Vikram Sarabhai. Controllato da un centro di comando in India, Perjean raccolse dati a circa 70 gradi di latitudine sud. Il veicolo robotico è progettato per resistere a temperature comprese tra -10 e -70 gradi Celsius e muoversi in modo efficiente sulla superficie irregolare e ricoperta di regolite della Luna (uno strato sciolto di roccia erosa dalle intemperie).

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Pragyan, che pesa circa 27 chilogrammi, ha eseguito un totale di 23 misurazioni utilizzando uno spettrometro a raggi X con particelle alfa (APXS). Questo dispositivo consente l’analisi chimica a distanza. Sotto l’influenza del bombardamento di radiazioni alfa (nuclei di elio), la superficie testata emette particelle, il cui numero indica la composizione del campione.

Nei dati del rover Pragyan, gli scienziati indiani hanno anche trovato prove di un enorme impatto di meteoriti nella regione del polo sud della Luna. Si ritiene che questa catastrofe, avvenuta circa 4 miliardi di anni fa, abbia creato uno dei più grandi crateri del sistema solare. Il bacino Antartico-Aitken ha un diametro di 2.500 km e una profondità di oltre 8 km.

I ricercatori affermano che la presenza di magnesio nei campioni esaminati durante la missione Chandrayaan-3 indica la forza dell’impatto del meteorite sulla superficie lunare. Il professore astrofisico Hans Hans ha dichiarato: “La presenza di magnesio potrebbe essere stata causata da una collisione con un asteroide, sotto l’impatto della collisione, questo elemento potrebbe essere stato espulso dalle profondità del satellite terrestre sulla superficie”. Anil Bhardwaj, direttore della PRL e coautore dello studio.

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Gli scienziati continuano ad analizzare le informazioni ottenute dalla missione Chandrayaan-3. Sperano che grazie a loro potranno ottenere, tra le altre cose: prove inconfutabili della presenza di acqua nei crateri situati al polo sud della Luna. Questa scoperta sarà cruciale per le future missioni con equipaggio sulla Luna e per la possibilità di costruire lì basi permanenti.

In precedenza, i dati che indicavano tracce di acqua sulla Luna erano stati forniti dalla missione spaziale cinese Chang’e 5 nel 2020. Le missioni spaziali indiana e cinese hanno fornito importanti informazioni alla ricerca relativa all’acqua sulla Luna. I dati mostrano che il polo sud della Luna è particolarmente promettente per la presenza di acqua ghiacciata.

Gli scienziati ritengono che le missioni future come la missione Artemis della NASA ci avvicineranno alla creazione di basi permanenti sulla Luna, dove l’acqua ghiacciata potrà essere convertita in acqua potabile, ossigeno e carburante per missili. Questa ricerca non è solo un passo verso una migliore comprensione dei nostri satelliti naturali, ma è anche una chiave per la futura esplorazione dello spazio che potrebbe cambiare il modo in cui l’umanità viaggia e vive oltre la Terra.

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