Delia. Splendida esperienza per l’associazione complesso bandistico “Petiliana” di Delia che, a tre anni di distanza dall’ultima volta, è tornata a Roma per festeggiare il 60esimo anniversario dell’Anbima, l’associazione che unisce le bande italiane.
Partiti venerdì mattina in autobus, i musicanti, accompagnati dal sindaco Gianfilippo Bancheri e da don Lino De Luca, sabato hanno visitato Roma, e in particolare la chiesa di Santa Cecilia in Trastevere, mentre domenica mattina si sono recati a San Pietro. All’interno della basilica, i musicanti di Delia, insieme a tutti quelli provenienti da ogni parte d’Italia, hanno avuto l’onore, il piacere e il privilegio di animare la Messa suonando sotto la direzione di Monsignor Marco Frisina. È stato un momento molto intenso e emozionante e che ha visto protagonista anche don Lino De Luca che ha concelebrato la Messa.
Quindi in piazza i musicanti deliani hanno suonato alcune marce e le musiche tipe deliane, da quelle che Totò Montebello ha definito “ratteddri”, alle musiche delle “Novene” di Natale, all’Incontro. Il tutto prima e dopo l’Angelus, altro momento molto emozionante per i musicanti che hanno ascoltato le parole di Papa Francesco e sono stati inquadrati dalle telecamere della regia internazionale.
I musicanti sono stati ospitati nella “Casa Eden Cusmano” diretta dalla Superiora Generale della stessa struttura e Superiora Generale delle “Suore serve dei poveri”, la deliana suor Palmina Borzellino. A lei e alle suore la banda ha donato i prodotti tipici di Delia e cioè olio, vino, uva, cuddrireddri mentre l’amministrazione, rappresentata proprio dal sindaco e dall’assessore Carmelo Alessi (anche lui musicante) un quadro del castello di Delia, la copia dell’estratto di nascita e due libri che recavano questa dedica: “A suor Palmina Borzellino della quale, come deliani e come amministrazione, siamo orgogliosi per essersi fatta portavoce dell’amore di Cristo tra i fratelli. Delia ama i suoi figli nel mondo”. E ancora “A suor Palmina che si è fatta onore seguendo un cammino spirituale, di crescita interiore, spendendo la sua vita a servizio dei fratelli fuori di Delia. Perché non dimentichi le proprie radici e affinché sappia che il nostro paese è orgoglioso di tutti i suoi concittadini che, come lei, la vita ha portato altrove”.
In cambio sia la banda che gli amministratori hanno ricevuto la statua della Maria Madre della Misericordia